Come già accenato, l’azienda OpenAI, nota per la creazione di ChatGPT, uno strumento di chat che utilizza l’intelligenza artificiale per fornire risposte articolate, si è trovata a dover fronteggiare una situazione critica a seguito di un data breach avvenuto il 20 Marzo. Il Garante italiano ha analizzato la situazione e ha riscontrato la mancanza di un’informativa nel servizio, l’assenza di una base giuridica e l’assenza di qualsiasi tipo di verifica dell’età. OpenAI ha subito bloccato l’accesso all’Italia per evitare sanzioni e avere più tempo per capire come agire.
Tuttavia, la buona notizia è che il 5 aprile, OpenAI e il Garante si sono incontrati in una videoconferenza per discutere la questione. OpenAI si è dichiarata disponibile alle richieste del Garante e ha espresso la massima collaborazione al fine di trovare una soluzione condivisa. L’incontro è andato bene e l’azienda americana ha manifestato la piena disponibilità di discutere in modo costruttivo. L’autorità italiana ha ribadito l’importanza di rispettare le norme sulla protezione dei dati personali.
In sostanza, ad OpenAI basterà aggiungere un popup o un qualsiasi altro tipo di avviso che parli in maniera più chiara possibile di come verranno trattati i dati degli utenti. Inoltre, andrà aggiunto un controllo sull’età per impedire ai minori di 13 anni di utilizzare il servizio. OpenAI invierà entro oggi un documento con la descrizione delle misure da mettere in atto secondo quanto richiesto dal Garante, che lo visionerà e lo approverà. Successivamente, l’azienda lavorerà all’attuazione delle misure e ripristinerà l’accesso a ChatGPT per tutti gli italiani. L’accordo raggiunto dimostra che è possibile conciliare l’innovazione tecnologica con la protezione dei dati personali.