Apple da quest’anno ha rimosso i caricabatterie dalle scatole di iPhone, giustificando la scelta come un pensiero verso l’ambiente, così da immettere nel mercato meno caricabatterie, ridurre il peso delle confezioni in modo da riempire di più i mezzi di trasporto e consumare meno.
La verità ovviamente è celata dietro altri fattori.
Qualcomm (produttrice di modem anche per la maggior parte dei dispositivi Android) produce i chip 5G, suddetto chip richiede un costo veramente esoso per la produzione, e Qualcomm ovviamente ha aggiunto il ricarico per rientrare dei costi di ricerca e sviluppo aumentando il prezzo a dismisura. Non c’era alternativa perché Intel ha gettato la spugna sul 5G e Huawei, per colpa di Trump, non collabora con aziende americane. La scelta era aumentare i costi al consumatore — far pagare un iPhone 12 più di quanto costassero gli iPhone 11 sino a ieri — oppure risparmiare su qualcos’altro.
Apple ha fatto due conti e considerato che la maggior parte degli acquirenti iPhone ha già un cassetto pieno di cuffie e di alimentatori, ha deciso di toglierli dalle confezioni.
In conseguenza di questa scelta hanno anche optato per mantenere su iPhone 12 il connettore Lightning tipico delle generazioni precedenti di iPhone, e non il più moderno USB-C, per essere compatibile con quegli alimentatori esistenti.
Ovviamente durante la presentazione hanno celato la scelta dietro altre motivazioni, cioè che per l’ecologia equivale a 450.000 auto in circolazione in meno ogni anno (meno produzione di oggetti che sarebbero finiti in un cassetto, confezione più piccola, 70% in più di iPhone per ogni metro cubo sugli aerei dalla Cina, eccetera). Tutto vero, tutto giusto, tutto bello, ma secondo me se non ci fosse stata sotto la questione dei costi non ci avrebbero davvero pensato.
C’è anche da dire che, simultaneamente, hanno abbassato da 29 a 19€ il prezzo sia delle cuffiette che dell’alimentatore se acquistati separatamente
